2/6/2000 Vaticano – Roma
- Giubileo dei Migranti e Itineranti
4/6 Solennità dell’Ascensione del Signore - La lettura del Vangelo ci ricorda il mandato
esplicito di Gesù: “Andate
in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura”
11/6 Solennità di Pentecoste –
Vaticano –
Roma Giornata di preghiera per la collaborazione fra le diverse Religioni
18/6 Solennità della SS
Trinità -
Roma - S.
Giovanni in Laterano – Celebrazione
d’apertura del XLVII° Congresso
Eucaristico
Internazionale, tema : “Gesù Cristo unico
salvatore del mondo pane per
la nuova vita.”
25/6 Solennità del Corpus Domini
Roma –
Chiusura del Congresso Eucaristico Internazionale in S. Pietro
con una solenne celebrazione eucaristica
presieduta dal S. Padre, Giovanni Paolo II.
29/6 Solennità di S. Pietro e S. Paolo - Apostoli
1/ 6/1819
Il
Patriarca di Venezia, Francesco Maria Milesi, approva le Regole dell’Istituto delle
Figlie della Carità
8/6/1819
L’Istituto delle Figlie della Carità viene eretto solennemente in Venezia
11/6/1954 Le
Figlie della Carità arrivano nelle Filippine
13/6/1969 Vengono eretti come “Delegazioni” gli Organismi, Tanzania-Congo e Stati Uniti.
13/6/1969
La
Delegazioni, Nuestra Senhora de Lujan, Argentina e S. Antonio, Singapore-
Malesia e
S. Teresa D’Avila, Australia diventano Vice Province
14/6/1893 18a Spedizione Missionaria: Sor. Bosetti
Cleofe e Sor. Frisanco Teresa – Hong
Kong
17/6/1957
Viene
costituita la Provincia di Maria SS.
Addolorata
21/6/1828
L’Istituto delle Figlie della Carità viene eretto in Trento
25/9/1999 9° Mese – Memoria della morte
delle nostre prime martiri: M. Erminia Cazzaniga e
M. Celeste Carvalho
26/6/1819 L’Istituto delle Figlie della Carità viene eretto stabilmente in Verona
6/1976
La Delegazione del Sacro Cuore
(Filippine) diventa Vice-Provincia
6/1985
La
Delegazione “Cristo Re” (USA) diventa Vice Provincia
Sorelle Missionarie
·
Sor. Gabriella Devira dalla Polonia e
Sor. Antonietta Marcon dall’Uganda e Sor.
Giuseppina Battaglia dal Brasile sono rientrate per una sosta di rinnovamento e di visita
alla famiglia.
·
Sor. Iolanda Vezzoli è finalmente rientrata in Italia
per una sosta con i suoi cari e un rinnovamento spirituale. GRAZIE
Sor. Iolanda per aver dato una
testimonianza coraggiosa di donna consacrata canossiana rimanendo sulla breccia
davanti al pericolo e alla morte nelle
recenti vicende politiche e belliche che hanno
martoriato il popolo Timorense e la tua Provincia Religiosa. Imploriamo dal Signore della storia una
speciale benedizione su Timor Est e la tua amata provincia di S. Giuseppe
perché possa conoscere tempi migliori, fecondi di bene e pace per tutti!
BENVENUTE in PATRIA
SORELLE e un
ARRIVEDERCI a PRESTO
al
Centro Missionario – S. Michele – Roma.
·
Sor. Catherine Thomas dalla Tanzania, Sor.
Recardina Gomes dal Sudan sono
rientrate in India per una visita alla loro famiglia.
Buona Permanenza nella vostra
terra!
·
Sor. Jessina Joseph, Sor. Felicia Pinto
and Sor. Yvonne D’Souza dall’India presto ritorneranno alla loro missione in
Tanzania.
BENTORNATE
e AUGURI per una feconda missione!
Attività
Formativa Missionaria
Come
già annunciato, il centro Internazionale Missionario offrirà dal 3 al 24 luglio
prossimo un corso di formazione
missionaria sul tema : “Si tratta di più…” la profezia della
Missione Canossiana.
Il
corso inizierà a Pavia, nella casa di
M. Luigia Grassi, la prima canossiana,
che con indomita fortezza ha saputo
aprire la nostra Famiglia Religiosa all’universalità della missione.
Formazione Missionaria
Attualmente,
al Centro Missionario si trovano:
·
Sor.
Sandra Misquitta dal Nord India , Sor.
Pauly Mathew dal Sud India, Sor
Cissy Nakagiri dalla Tanzania per la loro
formazione Ad Gentes e
·
Sor.
Maria Casarotti da Singapore e Sor.
Lorna Lagman dall’Ucraina per il
loro anno sabbatico.
Partenze Ad Gentes
Sor. Josephine Ng, Singaporense, verrà trasferita a Hong Kong per far
parte di quella Provincia in attesa di
essere inviata missionaria in Cina.
AUGURI di BUONA
e FRUTTUOSA MISSIONE
JOSEPHINE!
1- Roma - 31/5 a 5/6 2000
- Prima Assemblea dei Consigli Generali della Famiglia Salesiana (FS) Sono più di 150 i
partecipanti. Essi rappresentano congregazioni e istituti religiosi femminili e
maschili, associazioni, movimenti, organizzazioni laicali e istituti secolari.
Il programma prevede nei prossimi giorni un’intensa esperienza giubilare,
insieme, per ritornare “con purezza di
cuore allo spirito del fondatore” come chiede alle famiglie religiose
Giovanni Paolo II. I motivi e i contenuti fondamentali di questo incontro
storico tra i massimi rappresentanti della FS è anzitutto l’approfondimento, la valutazione e l’approvazione della “Carta della Missione”, preparata per la Consulta Mondiale della FS. L’altro tema riguarda la variegata tipologia dei laici che, in forme più o meno organizzate, sono collegati a ciascun gruppo.
2- Verona – Il Centro Unitario Missionario (CUM) offre una varietà di incontri, seminari e corsi formativi:
1- dal 2 luglio al 5 agosto 2000 si terrà il 40° Corso di preparazione Africa Madagascar. Il
medesimo corso verrà riproposto dal 1 ottobre al 4 novembre 2000;
2
- dal 3 luglio al 5 agosto 2000, è in programma un corso di preparazione per l’America Latina e
Caraibi che verrà ripetuto dal 1 ottobre al 5 dicembre 2000;
3 - dal 11 al 16 giugno 2000, Incontri
per operatrici religiose non
italiane e
4
- dal 26 al 30 giugno un Seminario di studio sull’ Est Europeo.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi direttamente alla segreteria. tel. No. 045-8900329 Fax 045-8903199
3 - Roma - L’Associazione Internazionale dei Missiologisti Cattolici (IACM) ha programmato dal 17 al 20 ottobre 2000, un Congresso Missiologico Internazionale sul tema “Chi dici che io sia?” Mt. 16:15. Il Congresso avrà luogo presso la Pontificia Università Urbaniana.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi direttamente alla segreteria.
tel. no. 06-69882351 – Fax 06-69881871 E-mail congress@urbaniana.edu
4 – Roma - La Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana, offre per la prima volta nel prossimo Anno Accademico 2000-2001, un corso di preparazione per l’ASSISTENZA SANITARIA nelle MISSIONI. Al termine del corso verrà rilasciato un Diploma di Assistenza Sanitaria.
Alcune delle materie insegnate sono: Medicina interna, Malattie infettive, droga, Medicina di pronto Soccorso, Malattie Tropicali, Metodi naturali per la regolazione della fertilità ecc…
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi al Direttore del Corso Dott. Jean RIBUSTINI
tel no. 06-69882351 - Fax 06-69881871 – E-mail segretario@urbaniana.edu
5 – Roma - La Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana offre un corso residenziale di Formazione Permanente dei Missionari presso il Centro Internazionale di Animazione Missionaria (CIAM) dal 17 maggio al 19 giugno 2001. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi alla segreteria del centro
tel. No. 06-69882484 – fax 06-69882864 - E-mail ciam@pcn.net
AUGURI
FECONDI DI BENE ALLE PROVINCE
S. ANTONIO (Singapore) S. LUIGI
(Brasile) SACRO CUORE (Filippine)
Il card. Sodano, Segretario di Stato Vaticano, ha
presieduto mercoledì 26 aprile la solenne concelebrazione eucaristica per i 500
anni di evangelizzazione del Brasile. Il rito, accompagnato dal suono delle
campane di tutto il paese, si è svolto nella grande spianata di Coroa Vermelha,
a pochi kilometri di Porto Seguro, nello stesso luogo dove cinque secoli fa il francescano Henrique de
Coimbra celebrò la prima Messa su questa terra. L’altare, un blocco unico di
marmo rosa, era sormontato da una croce di legno alta circa 10 metri, a ricordo di quella piantata per la prima volta
sul suolo brasiliano.
Nell’omelia
l’inviato del Papa ha sottolineato che “ciò
che sono oggi i brasiliani lo devono all’opera di numerosi missionari, come i
martiri di Cunhaù, beatificati di recente” ed ha ricordato che la messa é
rendimento di grazie a Dio per la semente gettata lungo cinque secoli da tanti
intrepidi missionari: “Parafrasando il Santo Padre – ha detto il porporato –
Dio rinnova la sua alleanza con il Brasile attraverso le opere dei suoi
valorosi missionari”. Sebbene alcuni di loro non abbiano onorato lo status di discepoli di Cristo – ha
proseguito – ciò non vuol dire che
l’annuncio del redentore non sia stato un dono prezioso per questo paese.
La messa ha
avuto inizio alle ore 10 del mattino, sotto una pioggia leggera, dinanzi a
circa 200mila persone. Con il card. Sodano hanno concelebrato oltre 400 vescovi di tutti i continenti e
2mila sacerdoti. Tra i vescovi erano il Nunzio Apostolico, mons. Alfio Rapisarda,
il Presidente della Conferenza Episcopale Brasiliana, mons. Jayme Chemello; il
Presidente della Conferenza Episcopale Statunitense, mons. Joseph Fiorenza, il
Presidente del Celam (Consejo Episcopal latinoamericano) mons. Jorge Jimenez
Carvajal, e l’Amministratore apostolico di Dili (Timor Est) mons. Carlos Ximenes Belo.
Erano presenti
al rito, il Vice-Presidente del Brasile, Marco Marciel, e diverse autorità
locali, insieme ad una delegazione di indios Pataxò, la più importante etnia
locale. All’inizio della celebrazione il Presidente della Conferenza Episcopale
Brasiliana ha rivolto un saluto ai presenti ricordando il valore storico della
festa e chiedendo perdono per gli errori commessi dagli operatori pastorali in
questi cinque secoli. Si è quindi avvicinato all’altare un indio Matalauè per protestare contro “500 anni di sofferenza, di massacro e di devastazioni”. Infatti
sabato 22, in margine alle celebrazioni,
si era svolta una manifestazione di circa 2000 persone (principalmente attivisti del movimento
negro e contadini Sem terra) che
avevano tentato di raggiungere Porto Seguro per protestare contro quella che
hanno definito un’invasione del loro paese da parte dei Portoghesi.
La messa per i 5
secoli di evangelizzazione è stata contraddistinta da inni di lode e di
ringraziamento. La processione che accompagnava il vangelo era composta da
rappresentanti indio e all’offertorio l’altare è stato preparato da due
famiglie, una di discendenza europea e l’altra locale. Al termine del rito, il
vescovo di Eunapolis, mons. Josè de Santana, ha reso omaggio all’immagine
di Nostra Signora de Aparecida, patrona
del Brasile. Per il segretario generale della Conferenza Episcopale Brasiliana
(CNBB), mons. Raymundo Damasceno Assis, la celebrazione è stata “un successo e ha rappresentato un momento di
grande intensità” nonostante la pioggia. Il 26 aprile è stato dichiarato dal governo giorno festivo e le
manifestazioni per i 500 anni dell’evangelizzazione
sono state trasmesse dai maggiori network televisivi. Prima del rito, sulla
spianata di Coroa Vermelha, si è svolto
uno spettacolo coreografico ed il pomeriggio una manifestazione di bande
musicali cattoliche, cui è seguita una rappresentazione teatrale sulla scoperta
del Brasile e la celebrazione della prima messa. A conclusione della giornata
si sono aperti i lavori della 38° Assemblea Generale dell’Episcopato Brasiliano
(CNBB), che si svolgeranno per questa occasione a Porto Seguro, al termine del
quale è previsto un messaggio dei vescovi.
Tra le
manifestazioni collegate ai 5 secoli di evangelizzazione, la “Mostra della Chiesa in Brasile”
allestita a Puerto Seguro con il
contributo di editori, scuole, università, congregazioni religiose, movimenti,
media cattolici; e la “Mostra itinerante
della Bibbia”, inaugurata il 20 aprile a Rio de Janiero.
Prof.
Giancarlo Petrini – Direttore
dell’Istituto Matrimonio e Famiglia –
Salvador Brasile
Celebrare
significa far festa. Si può festeggiare la nascita del Brasile, l’inizio
dell’esistenza di un nuovo popolo, solo se si riconosce che questo popolo
brasiliano a cui apparteniamo è una realtà positiva, anche se marcata da
contraddizioni e ferite. La positività che vediamo nel Brasile ha una radice
profonda: l’appartenenza a Gesù Cristo, alla sua realtà di oggi, che è il Suo
Corpo Misterioso. E’ questo che ci permette di guardare con simpatia ai 500
anni passati, attraversati dalla stessa presenza di Cristo che ci rende
possibile ritrovare i tratti della nostra identità, della fisionomia che ci è
propria. L’identità di un popolo è sempre complessa e si presta ad una
molteplicità di interpretazioni; è una realtà in “fieri”, che ogni generazione
ricostruisce, non in modo arbitrario, ma sviluppando gli elementi costitutivi,
i fattori che emergono in questo mezzo millennio di storia. La nascita è certo un momento fondante e
decisivo per tutto lo sviluppo posteriore. Studiare l’origine del Brasile non è
un’operazione di archeologia, ma uno sguardo al passato che nasce da un appassionato
interesse per il presente; ci è indispensabile per pensare questo presente, non
come inseguimento di sogni senza luogo e senza destino, ma come sviluppo di una
realtà storica.
Dalla
fede, l’audacia dei padri fondatori
Le caravelle che
approdarono nella terra di Pindorama (terra delle palme) trasportavano quelli
che possiamo definire i nostri antenati. Erano un gruppo di uomini audaci: essi
sfidarono oggettive difficoltà di navigazione attraverso l’oceano con
imbarcazione precarie, come pure secolari leggende che vietavano di oltrepassare
le colonne di Ercole e avventurarsi nel misterioso abisso. Sulla base di
modeste conquiste di geografia e matematica, astronomia e ingegneria navale,
vinsero antiche superstizioni e si avventurarono verso l’ignoto: è lo spirito
della modernità. Ricordiamo l’incitamento di Ulisse ai suoi marinai “Fatti non
foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza” (Dante, Inferno,
e XXVI, 119-120) Ulisse fu inghiottito dai flutti e Dante lo immagina
all’Inferno, per essersi fidato solo dalle capacità umane.
Quegli uomini
avevano il desiderio di incontrare nuove strade per intensificare i loro
commerci, con mezzo moderno per arricchire e, nello stesso tempo, contribuire
alla grandezza della loro patria. Erano uomini di fede, che alimentavano
quell’audacia nel rapporto con l’Infinito, percepito presente e amico. Questo
li rendeva differenti da Ulisse, e questa era la sorgente, non solo di
consolazione e di conforto nella sventura, ma anche la radice della dignità e
della forza che poteva governare l’impetuosità istintiva della natura umana.
Questa certezza di fede, radicata e vissuta come il bene più grande, era
percepita come la risorsa indispensabile per allontanarsi, giorno dopo giorno,
dalle barbarie e edificare la vera civiltà.
L’audacia che si
blocca davanti a millenarie barriere, il desiderio di crescere insieme al
popolo al quale si appartiene, la fede che permette allo sguardo di non
insabbiarsi dentro orizzonti meschini, costituiscono il cuore di persone che
diventano protagoniste di storia, sia che scoprano nuove terre, sia che
conquistano il significato di ogni gesto quotidiano e la passione per
realizzarlo.
Le pagine di
Pero Vaz de Caminha, che scrive al re
di Portogallo per raccontare l’avventura del primo incontro con la nostra
terra, sono piene di meraviglia e di sorpresa per lo spettacolo che si svolgeva davanti ai suoi occhi. Egli
parla con insistenza dell’acqua abbondante e chiara, della vegetazione
rigogliosa, del fatto che indigeni e portoghesi, dopo i primi approcci, si
mescolarono tranquillamente su quella spiaggia, nonostante la barriera della
lingua. Si scambiarono doni, si aiutarono a caricare acqua sulle caravelle. E
quando i Portoghesi vollero celebrare l’avvenimento con la Santa Messa, gli
indigeni parteciparono mostrando curiosità e perfino devozione.
“Conquistatori,
avventurieri e missionari”
La fede per
quanto sincera, non garantisce che le persone siano irreprensibili, delicate,
attente alle necessità degli altri, eroiche nel difendere la giustizia. Basta
ricordare il tradimento di Giuda, la negazione di Pietro, la fuga degli altri
apostoli nel momento drammatico della Passione di Gesù. Anche nella Terra della
Vera Croce (Vera Cruz) come fu inizialmente chiamato il Brasile, il male e il
bene si mischiarono e camminarono insieme, e la logica del potere ha trovato
ampio spazio. Conquistatori, avventurieri e missionari (gesuiti, francescani,
benedettini e altri) hanno condiviso la passione per il nuovo mondo, mossi da
interessi e ragioni differenti, ora in alleanza con loro, ora in aperto
conflitto. L’espulsione dei Gesuiti nella seconda metà del secolo XVIII° e le
restrizioni agli altri ordini fanno parte di questa difficile convivenza.
In questo Anno
Santo, il Papa ci guida a vivere il gesto più evangelico che si possa
immaginare: chiedere perdono per tutti i peccati che i membri della Chiesa hanno commesso durante i secoli. E la
Chiesa brasiliana, riecheggiando il
gesto del Santo Padre, chiede perdono per le ingiustizie e le violenze commesse
su questa terra contro gli indigeni, negri, donne, ecc. E’ il grande realismo della Chiesa
che, davanti a Dio e agli
uomini, riconosce umilmente l’indigenza originaria e la Misericordia divina.
L’incontro tra queste due realtà rinnova la vita della persona e della società.
La purificazione della memoria vuole “liberare la coscienza individuale e
collettiva dalle forme di risentimento o violenza, che l’eredità di colpe del
passato possa aver lasciato”
Attualmente in
Brasile si critica molto la prima evangelizzazione. Tali critiche radicali ricalcano
la posizione razionalista, che proclama l’auto sufficienza dell’uomo: mentre si
disprezza l’uomo che erra, si rifiuta la possibilità che qualcosa di più grande
dell’uomo (anzi, Qualcuno) possa
penetrare nella storia e determinare il
destino. In fondo si tratta di critiche alla grazia di Cristo come qualcosa di
vivo “ieri, oggi e sempre”. E’
curiosa l’identità di posizioni tra la
più grande rete nazionale di
televisione, periodici laicisti e cattolici ostili alla prima
evangelizzazione. Questa assimilazione alla mentalità dominante, nasce
probabilmente dalla necessità di sentirsi appoggiati dal nuovo potere, per
riceverne opportuni appoggi e
gratificazioni.
D’altre parte,
quando si volle sostituire la luce di
Cristo, che sembrava troppa fiacca ai saggi di questo mondo, con altre luci più
“moderne”, il risultato non è stato migliore. Adorno e Horkheimer affermano che
Auschwitz è il punto d’arrivo della razionalità illuminista.
Il
Vangelo ha generato una nuova cultura
In Brasile,
nonostante vi sia stato un incontro diseguale tra i popoli, con rotture e
contraddizioni, il Vangelo ha generato una nuova cultura. Le differenze
etniche, sociali e culturali, da un lato hanno modellato relazioni sociali
asimmetriche, che hanno nella schiavitù l’espressione più alta; dall’altro,
però, non hanno impedito una integrazione tra le razze, come invece è avvenuto
nell’America del Nord. Il meticcio, con tutte le variazioni possibili, è il
frutto di questa integrazione a livello etnico, mentre il barocco ne è l’espressione
culturale, sintesi delle diverse identità ordinate dalla componente cattolica,
che si sono incontrate su questa terra.
E’ nato così un
popolo che ha conquistato, poco a poco, la coscienza di una comunione di
umanità e di una comunione di destino, nella certezza di vivere come fratelli
sotto lo sguardo di Dio, creatore e Padre di tutti, grazie all’opera
dell’evangelizzazione. Così, si è sviluppata la coscienza di una irriducibile
dignità umana, che né le avversità naturali, né l’espressione dei potenti,
potevano sopprimere. Essa infatti procede dal rapporto personale con il mistero
di Dio, riconosciuto prossimo di ciascuno e di tutta la nazione, attraverso la
Chiesa, Corpo umano visibile dell’invisibile Mistero.
Generazioni di
uomini e di donne si sono succedute su questa terra, coltivandola, scavando
nelle sue viscere per estrarne minerali, generando figli, costruendo case e
città. Hanno lottato giorno dopo giorno, hanno alimentato la speranza e
affrontato tante avversità, guardando alla croce di Cristo, condividendo con
Lui le sofferenze, nella certezza di poter sempre risorgere a una vita nuova.
Hanno costruito templi, dove hanno celebrato la vita e la morte, l’amore e il
lavoro, dove si sono incontrate per invocarlo, riconoscendo la necessità del
Suo aiuto e dove hanno chiesto perdono per i loro peccati, affidandogli timori
e speranze, camminando fino ai santuari, che da nord a sud hanno marcato la
storia di un duro pellegrinare, cercando di avvicinarsi al proprio destino. La
Vergine Aparecida è stata la stella che ha indicato il cammino che conduce a
Cristo, all’esperienza della redenzione. In tal modo, dalle origini della prima
evangelizzazione fino ad oggi, si è formata la nazione brasiliana, guardando ai
missionari, ai santi, ai testimoni della fede, ai martiri, veri eroi della
patria e modelli di vita.
Da questa realtà
è sorta una cultura ricca di gesti e di gratuità, di accoglienza, di
ospitalità, di solidarietà facilmente documentabili. Fino a pochi anni fa era
normale che dei bambini rimasti orfani
fossero accolti da una famiglia, anche quando questa era già molto numerosa.
Sono nate anche infinità di opere di carità, per prendersi cura di anziani, di
lebbrosi, di ammalati, dell’educazione dei bambini. Ancora oggi nella società
brasiliana sono presenti migliaia e
migliaia di opere che nascono dalla fede. In ogni comunità parrocchiale, in
ogni quartiere popolare, sorgono asili nido, scuole comunitarie, centri di
recupero per bambini denutriti, doposcuola, case di accoglienza per malati di
AIDS, per ex detenuti, scuole professionali per insegnare un mestiere agli
adolescenti, centri di solidarietà per disoccupati, gruppi di difesa dei senza
tetto, cooperative, associazioni di diverso tipo. Insomma una rete di
solidarietà, molte volte non vista e non valorizzata, ma che costituisce il
tessuto fino di una socialità che sostiene la vita, la trama della civiltà nel
seno di una società che oggi, avendo dimenticato le sue origini e il suo
destino, diventa sempre più aggressiva e barbara. Nonostante le infedeltà e i
tradimenti, sono molte le ragioni per celebrare i 500 anni di evangelizzazione.
Distanza
tra la classe dirigente e il popolo
Dopo la
costituzione dello stato nazionale, si è formata una classe dirigente più
distante che mai da questa mentalità religiosa, profondamente radicata nel
popolo. I figli dei “fazendeiros” andavano, nel secolo scorso, a studiare in
Francia, dove assorbivano gli ideali dell’Illuminismo e del Positivismo. Una
volta ritornati in Brasile, si integravano in una classe dirigente sempre più
estranea alla cultura religiosa e barocca del popolo. L’ideale del “progresso”
passava lontano dalla Chiesa alla quale, eventualmente, si poteva concedere un
certo ruolo moraleggiante per garantire
“l’ordine”. Nel secolo XX°, i figli della classe dirigente vanno a studiare in
Francia e più spesso, negli Stati Uniti, diventando i fautori di un pragmatismo
politico e tecnocratico e di un
radicalismo laicista, che vede nella Chiesa il resto di un passato, che passa
come una zavorra di cui disfarsi quanto prima.
L’élite
ecclesiastica è stata influenzata, in certa misura, da questa mentalità,
passando da una intensa azione a favore della democratizzazione in campo
politico e sociale (specialmente negli anni
‘70), alla rivendicazione di una modernizzazione dell’istituzione
ecclesiastica in senso liberale, a partire dagli anni ‘80.
La nuova
generazione è particolarmente influenzata da questi processi socio-culturali:
disorientamento, apatia nei confronti della realtà sociale e politica, cultura
dell’effimero, della banalità e volgarità, sembrano indicare la preferenza per
una vita intesa come gioco, o come consumo, non certo come compito storico, in
vista di una meta degna di dedicazione e di sacrificio.
La
scissione tra la cultura della classe
dirigente e quella del popolo è un problema ancora irrisolto- La permanenza di
ampie fasce di povertà estrema, il dilagare della violenza urbana, l’esistenza
di un immenso settore di “economia infornale”, spesso a un passo dalla marginalità, insieme ad altri indicatori,
rivelano disintegrazione sociale più che integrazione e fanno pensare a un
deficit di legittimazione della classe dirigente agli occhi della popolazione.
La
“nuova primavera del cristianesimo”
La testimonianza
del Papa Giovanni Paolo II, che si inginocchia davanti al Crocefisso e chiede
perdono per le colpe dei cristiani, introduce un punto di novità nei fattori
storici che l’analisi può constatare ma non può risolvere: un punto attraverso
il quale la potenza di Cristo Risorto può far scattare un nuovo dinamismo di
pace e di evangelizzazione. Dal perdono fiorisce la riconciliazione. “La Chiesa offre all’umanità in cammino alle
soglie del terzo millennio il vangelo del perdono e della riconciliazione, come
presupposto per costituire la pace autentica.”
Questo è il compito della nuova
evangelizzazione: annunciare che la
bellezza e la pace, la verità e la gioia la giustizia e il bene esistono, ed
hanno il volto di un uomo, Gesù Cristo, che da 500 anni, grazie ai primi
missionari, frequenta le piazze e le case, le strade e i villaggi di questa
terra. Noi, i discepoli, grati per questa grazia che ci ha raggiunto, membri di
tanti movimenti ecclesiali, di comunità nuove e antiche, l’abbiamo incontrato,
anzi, ci è diventato familiare, perché è presente nella nostra compagnia di
uomini peccatori (la Chiesa). E testimoniamo che Egli corrisponde al desiderio
più profondo del nostro cuore e ci cambia la vita. Si tratta di un avvenimento
di grazia, che esercita un fascino, un’attrattiva irresistibile, se ci
avviciniamo a Lui disarmati.
Celebrare i 500
anni di evangelizzazione non è un esercizio di retorica con funzione
ornamentale, per vedersi in televisione; nemmeno un gioco ideologico per
combattere la Chiesa. Esso indica un coinvolgimento con la “nuova primavera del cristianesimo”. Ed evangelizzare vuol dire
coinvolgere quanti incontriamo in questo avvenimento di grazia e documentare
che l’audacia nasce dalla fede e ci fa
diventare protagonisti, partecipando
della ricostruzione del popolo nell’unità, nella giustizia e
nella pace.
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“C.A.M.I.C. INFORMA” é una pubblicazione mensile, strumento di
informazione missionaria tra il Centro Missionario Canossiano e le Province. Invitiamo le sorelle Canossiane a collaborare
per una condivisione di
notizie/attività
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dette notizie non più tardi del 20 di ogni mese all’indirizzo
sottostante. Grazie!
Preparato e curato
da C.A.M.I.C - Centro
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